ROSIGNANO: APPARTAMENTO CONFISCATO PER REATI DI USURA, IL COMUNE NON HA SOLDI, LA NOSTRA MOZIONE 

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Nel 2003 è stato confiscato un appartamento, ai sensi della Legge 109/96 “Disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati”, poiché legato ad attività riconducibili al reato di usura; in seguito alla confisca è stato assegnato allo stesso Comune di Rosignano Marittimo per utilizzi con finalità sociali;

Il valore di questa legge risiede nell’approccio positivo alla strategia di contrasto, per cui il bene confiscato non viene più soltanto inteso come sottrazione di risorse alla criminalità organizzata, ma viceversa, come occasione di prevenzione, sviluppo e benessere economico e sociale; dal 2010, con l’istituzione dell’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, agli Enti Locali è affidato un ruolo centrale nella destinazione dei beni confiscati.

Il Comune di Rosignano Marittimo nel 2003 interpretò correttamente il suo ruolo, affidando all’emergenza abitativa le chiavi dell’appartamento, con cerimonia solenne, affinché potesse essere messo a disposizione di una famiglia in stato di disagio. L’appartamento confiscato costituisce, in concreto, sia una risorsa per il territorio, sia un’opportunità di sviluppo e di crescita civile, dal valore fortemente simbolico per l’intera collettività.
Purtroppo, negli ultimi anni, il comune ha mostrato assoluto disinteresse verso l’alto valore simbolico costituito dall’affidamento dell’appartamento, sottratto all’illegalità a vantaggio della comunità più debole, attualmente il suddetto alloggio non è più utilizzato, causa la necessità di procedere alla preventiva sanatoria di alcuni interventi edilizi non autorizzati, eseguiti dal precedente proprietario; l’amministrazione comunale ha dichiarato di essere impossibilitata a sanare l’abuso edilizio per mancanza di risorse economiche, pertanto l’assegnazione al Comune di Rosignano Marittimo è stata revocata con Decreto 24157 del 30 maggio 2016, disposto dall’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Disinteresse confermato anche dalle risposte piccate ottenute a seguito della nostra mozione sullo stato di incuria del Monumento a Francesca Morvillo Falcone, apposto proprio davanti all’appartamento.

 
Come conseguenza della revoca, l’appartamento verrà messo all’asta giudiziaria, con il rischio che possa ritornare nella disponibilità, magari indiretta, del precedente proprietario a cui era stato confiscato; la perdita della disponibilità dell’appartamento, e della possibilità di una destinazione ad uso sociale, afferma l’incapacità, da parte dell’amministrazione comunale, a perseguire e concretizzare gli impegni presi davanti ai cittadini per l’affermazione della legalità, della giustizia; la riconsegna all’asta dell’appartamento si configura anche come un precedente estremamente negativo e un messaggio sbagliato sulla lotta alla mafia, che mantiene una presenza rilevante, dalla fine del 2016, la Toscana registra infatti 392 beni sottratti alla mafia (fonte: Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati).

 
E’ assolutamente necessario compiere ogni sforzo possibile, perseguendo con la massima unità di valori ed intenti, l’affermazione della supremazia della legalità e della giustizia sulle mafie, al fine di evitare ogni arretramento su questi temi; poche decine di miglia di euro sarebbero ben spesi per questa causa, e non ci pare credibile la mancanza di risorse addotta come motivazione dall’Amministrazione Comunale;  abbiamo ritenuto URGENTE, tramite una Mozione, chiedere al Sindaco ed alla Giunta l’impegno a procedere con urgenza alla richiesta di riaffido del bene precedentemente riconsegnato, a reperire le risorse finanziarie occorrenti, a mettere in atto ogni procedura necessaria a sanarne la difformità urbanistica, al fine di renderlo disponibile come risposta all’ emergenza abitativa o ad altro uso sociale, come da impegno solenne del 29 giugno 2003.

Consulta la  MOZIONE

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