Riorganizzazione dei servizi socio sanitari: Le nostre proposte…

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Queste le proposte che abbiamo avanzato all’assemblea pubblica di riorganizzazione dei servizi socio sanitari che si è svolta ieri a Donoratico. Sono proposte concrete, esposte nel mezzo di tante chiacchiere ma risposte mancate. Come sempre…
L’emodinamica su due presidi (utilizzata alternativamente anche per elettrofisiologia) che mette in sicurezza anche Volterra è un punto chiave, è perfettamente realizzabile con costi sostenibili ed è richiesta a ragion veduta da tutti i cittadini. Non si può continuare a far finta che il problema non esista, chi lo fa deve prendersi le sue responsabilità…
– La possibile riduzione (fino all’azzeramento) delle liste di attesa per gli esami con ultrasuoni utilizzando tecnici (sonographers) che possono registrare esami in modo standardizzato ed inviarli a refutazione centralizzata (il tempo medico sarebbe solo quello della refertazione, aumentando enormemente la produttività).
Visto che le aree in questione contano molti paesi sparsi in una grande area, i tecnici sonographers possono andare a fare registrazioni eco direttamente nelle strutture sanitarie dei singoli paesi. In questo modo si riduce molto il disagio dei trasferimenti per gli esami.
La rivalutazione del ruolo dei medici di famiglia, trasformati in controllori di spesa, ed apertura immediata di “case della salute” efficienti, non solo contenitori vuoti e spot pubblicitari. Le case della salute devono prevedere la presenza di un medico di medicina generale e di un infermiera professionale 8-20 dal lunedì al venerdì e 8-14 il sabato. Devono essere attrezzati per fare diagnostica e trattamento di urgenze di grado lieve (codici bianchi) e devono essere dotati di una diagnostica di base (ECG in telerefertazione, diagnostica ematochimica con dispositivi point-of-care) che consentano di rispondere alle esigenze del territorio (attualmente prive di percorso territoriale, con conseguente congestione del pronto soccorso).
– L’area in questione (Bassa ed alta val di Cecina, val di Cornia ed Elba) ha dimensioni territoriali e di popolazione simili a quelle di città di media dimensione e deve essere dotata di un sistema che preveda l’assegnazione di ad ogni presidio ospedaliero (Cecina, Piombino, e similmente anche Volterra) di percorsi diagnostici e terapeutici di eccellenza, facendoli divenire poli fondamentali dell’architettura sanitaria regionale.
Per quanto riguarda il percorso donna, sbandierato come grandissima novità, c’è veramente poco da dire. Solo, forse, l’incremento della chirurgia mammaria non neoplastica, quindi forse la mastoplastica ricostruttiva. Ma i servizi già ci sono per la maggior parte, Il fatto di aggregarli in un’area dell’ospedale ha solo uno scopo pubblicitario. Peccato, che sulla salute, gli spot non abbiano efficacia….

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