ACQUA SPORCA O SPORCA ACQUA? IL DILEMMA DI ROSIGNANO

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Proteggere l’ambiente significa tutelare la salute di chi vi abita, ed è su questo concetto che vogliamo riflettere e confrontarci assieme ai cittadini.

Qualcuno vuol riproporre ancora una volta, la necessità del Rigassificatore, barattandolo con lo spostamento del deposito dell’Etilene, come se in tutti questi anni non fosse accaduto niente. I cittadini di Rosignano conoscono benissimo la storia, hanno lottato efficacemente contro questa ipotesi da sempre, e noi li abbiamo appoggiati sostenendo il Comitato No al Rigassificatore nella sua azione e con atti formali in sede consiliare, convinti in sintesi della pericolosità estrema dell’impianto, e della sua inutilità, considerata la presenza del vicino Rigassificatore OLT Offshore di Livorno. Il deposito di Etilene deve essere spostato, la pericolosità di tale impianto vicino all’abitato ed alle spiagge è conclamata, ma non può essere merce di scambio per favorire un Rigassificatore.

L’impatto ambientale negativo sui nostri territori vede responsabilità diffuse, ed i soggetti chiamati in causa vanno cercati principalmente nelle aziende che costituiscono il parco industriale di Rosignano e nella discarica di Scapigliato. L’Azienda Solvay ha un forte impatto in aria, nel suolo, in acqua, metterlo in discussione significa negare la realtà a vantaggio di una ricerca di consenso verso l’azienda, ponendosi decisamente contro la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini. Questo impatto è storico ed anche rilevante, sono le stesse dichiarazione aziendali rilasciate nelle dichiarazioni E-PRTR (Registro dell’Unione europea) a confermarlo: Solvay afferma di emettere annualmente diverse sostanze, sia in aria che in acqua, nel 2015 ad esempio ha immesso in mare: 1,4 tonnellate di arsenico, 2,4 di cromo, 19 tonnellate di zinco, 913 mila tonnellate di cloruri,1,7 tonnellate di rame, mercurio, piombo…

Non bisogna mai dimenticare che per sversamenti abusivi la Solvay avrebbe dovuto investire quasi 7 milioni di euro (6,7) d in bonifiche ambientali per regolare i conti con la giustizia dopo aver inquinato per anni la zona di Rosignano con fanghi velenosi, in particolare nell’area intorno alle Spiagge bianche. È questo l’impegno che i vertici della Solvay si sono presi anche davanti al giudice per le indagini preliminari (estate 2013) accogliendo la richiesta di patteggiamento concordata dai legali della multinazionale con la procura dopo un’inchiesta durata quattro anni e nella quale gli investigatori hanno accertato al di là di ogni ragionevole dubbio, «un sistema di scarichi non mappati che permettevano all’azienda di diluire sostante come mercurio, piombo, selenio e fenoli vari affinché nel momento in cui questi arrivavano a valle risultavano in regola con i parametri previsti dalle normative di legge»

Negli anni l’industria Solvay ha scaricato in mare di tutto: arsenico (la più grande emissione italiana secondo uno studio INAIL, ISPELS del 2010), ha estratto sale per la lavorazione creando delle subsidenze tali da mettere in pericolo il piccolo paese di Saline di Volterra, ha usato acqua di ottima qualità quanto una grande città toscana, il rapporto Cheli-Luzzati dell’Università di Pisa documenta che la Solvay consuma il 48 % dell’acqua dolce del territorio che usa, da Rosignano a Saline di Volterra, dando tra l’1-2 % del reddito e tra il 2/4% dell’occupazione.

Ribadire dunque che serve una reale efficacia dei controlli rispetto alle conseguenze ambientali delle attività industriali nel nostro territorio è l’approccio che meglio salvaguardia gli interessi e la salute dei cittadini, è una richiesta dovuta e logica, che conduce ad un cambiamento di rotta rispetto all’operato delle amministrazioni che fino ad oggi hanno governato il nostro Comune.

Il M5S ha un pensiero totalmente diverso da chiunque neghi priorità come ambiente e salute

Nei primi giorni dopo essere stati eletti in Consiglio Comunale abbiamo chiesto tramite mozioni l’avvio di un referto epidemiologico (L’ultimo risale al 1978) per indagare su eventuali collegamenti con le tante malattie che colpiscono i nostri cittadini, trovando nel Sindaco e nella maggioranza che lo sostiene un muro di gomma impenetrabile.

La riflessione ulteriore che vogliamo porre all’attenzione è la certezza di essere giunti ad un bivio

L’industria come fino ad oggi, oppure uno diverso sviluppo industriale che metta in primo piano l’ambiente e la salute dei cittadini, per noi assolutamente necessaria la seconda via, essenziale anche per ricostituire la fiducia verso l’Industria, si dovrebbe però rendere pubblico il patteggiamento effettuato da Solvay nel 2013, procedere alla revisione dell’AIA Solvay motivata dagli sversamenti ambientali emersi negli ultimi anni, apportare miglioramenti volti a garantire ulteriori elementi di sicurezza, basandosi sulla relazione di Arpat 2007 (suggerimento di rivedere le procedure e i dispositivi esistenti volti a contenere eventuali sversamenti di ammoniaca) utilizzando i fondi elargiti non l’accordo di Programma, ed anche:

imboccare la strada della bonifica, iniziando a prelevare il mercurio presente alle spiagge bianche. La tecnologie esiste già, manca la volontà di Solvay e della politica. Occorre applicare il concetto che chi ha sfruttato le risorse del nostro territorio dal 1912 ad oggi debba restituire alla comunità tutte le risorse economiche che consentano una riambientalizzazione del territorio e il mare inquinato;

sfruttare appieno le potenzialità del sistema Aretusa per quanto riguarda il prelievo dell’acqua e contemporaneamente procedere alla costruzione di un dissalatore delle acque marine per arrivare ad azzerare il prelievo dell’acqua dei pozzi e del salgemma in Val di Cecina, considerando i cambiamenti climatici in atto e le criticità idriche e problematiche del territorio;

avviare un percorso che porti in tempi certi all’abbattimento significativo degli scarichi in mare (fino ad arrivare alla completa eliminazione) e in aria.

Queste scelte non impedirebbero la permanenza dell’Azienda Solvay e dell’Industria a Rosignano Marittimo, ma creerebbero occupazione e quella rigenerazione del territorio indispensabile a permettere la rinascita della nostra Comunità, unica strada per garantire un futuro vivibile.

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